Costruire una nuovo modo di fare politica è il nostro sforzo.
Non è facile, non lo è per chi - come noi- è cresciuto e vissuto fino ad oggi nel vecchio. Per questo abbiamo bisogno dell'aiuto di chi ,oggi ,ha a cuore l'ideale della sinistra.
Abbiamo bisogno di quegli uomini e donne, di quegli studenti o lavoratori, di quei giovani o adulti o anziani che per la loro storia, la loro vita, il loro presente e il loro passato pensano ad un nuovo futuro.
Ambizioso?
Sì, ma senza un ideale gratuito e appassionato all'orizzonte che senso avrebbe impegnarsi...

sd.passirano@alice.it



domenica 12 agosto 2007

Il programma di Sinistra Democratica: le idee, i valori, l'impegno

Manifesto Programmatico
“Per il socialismo del futuro” è una tavola di valori, uno sguardo critico aperto sul mondo contemporaneo. È proposto da compagne e compagni che vengono da diverse esperienze politiche e da diverse collocazioni nei precedenti congressi dei Ds. Nasce dalla consapevolezza delle difficoltà culturali e politiche che attraversano la sinistra italiana e la sua principale forza politica. La proposta del gruppo dirigente dei Ds di dare vita a una nuova formazione politica che porterebbe al superamento del partito dei democratici di sinistra ci vede nettamente contrari. Noi vogliamo difendere, sviluppare e rinnovare profondamente i Ds come grande forza di ispirazione socialista pienamente inserita per Partito del Socialismo Europeo. Questo documento non è ancora la mozione congressuale. Vuole essere un contributo che proponiamo alla discussione dei nostri iscritti e tra i tanti che guardano con attenzione e interesse alla nostra iniziativa politica. È un punto di partenza che dovrà essere arricchito col contributo di tante e di tanti in un percorso partecipato che organizzeremo nelle prossime settimane per giungere a una stesura definitiva e largamente condivisa. ***** PER IL SOCIALISMO DEL FUTURO I VALORI • Il mondo domanda un nuovo socialismo. Mai come ora si era esteso il mercato globale, mai come ora aveva dominato la merce. Mai l'umanità aveva visto crescere come ora il lavoro salariato e il lavoro intellettuale. Mai le reti di comunicazione erano state così sviluppate, consentendo a tutti di sapere di tutti, scoprendo così in piena luce l'ingiustizia, la disuguaglianza, la povertà, la violenza. Mai come ora i popoli hanno intrecciato tanto strettamente i loro destini. Mai prima d'ora l'economia aveva fatto tanto gravare sull'umanità la minaccia di una catastrofe ambientale. Lavoro, pace, libertà, laicità, sostenibilità sono i valori del nuovo socialismo. Estendere le libertà individuali e i diritti di cittadinanza; affermare e diffondere la democrazia; mettere in valore la libertà e la differenza femminile; distribuire i benefici universali della conoscenza e della tecnica; ridistribuire secondo principi di equità la ricchezza e assicurare a tutte le donne e gli uomini del pianeta la libertà dal bisogno; sostituire la cooperazione internazionale alle politiche di forza; proteggere l'integrità della terra per le generazioni presenti e quelle future; contrastare le neoideologie tribali, razziste, etnocentriche, fondamentaliste sono i tratti del suo programma. • Nel corso dell'800 e del 900 la crescita dei capitalismi nazionali, pur attraversando drammatici conflitti, è stata accompagnata dallo sviluppo della democrazia e dello stato sociale. Il pensiero della libertà, il movimento socialista ispirato ai principi della democrazia, i movimenti anticolonialisti ne sono stati i principali attori. Ora è necessario un processo analogo su scala globale. Con lo sviluppo di istituzioni economiche che regolino il mercato, portino lo sviluppo là dove spontaneamente non arriva (a partire dall'Africa), contribuiscano a edificare una economia per tutti gli uomini, protagonisti e non sfruttati. Con l'edificazione di istituzioni politiche sovranazionali che prefigurino un governo democratico e solidale del mondo. Per questo l'Europa politica è una buona carta nelle mani dell'umanità. Lo spazio politico primario in cui si muove la sinistra italiana. • Costruire la pace è il primo imperativo della politica mondiale. La guerra non è una soluzione, come dimostrano chiaramente gli eventi mediorientali. Per questo deve essere rilanciato il processo del disarmo. Il mondo è in pieno boom di spese militari, salite a oltre 1000 miliardi di dollari l'anno, la metà dei quali nel bilancio degli Usa. È ripresa la spinta verso la costruzione di nuove armi atomiche, chimiche, batteriologice. Una quota crescente del surplus mondiale finisce in armamenti. L'uso della forza militare per fermare i conflitti, evitare il genocidio, mantenere la pace è legittimo solo quando è nell'ambito delle Nazioni Unite e della condivisione nella comunità internazionale. Questa legittimità deve essere accompagnata dalla capacità di prevenire i conflitti intervenendo sulle cause. La civiltà umana è una. Le culture diverse possono trasmettersi reciprocamente principi universalistici, come quelli della libertà delle donne e della democrazia, solo fuori dalle logiche di dominio e dallo spirito di guerra. La non violenza è un valore cui tendere. • Deve essere pattuito nel mondo un nuovo inventario dei beni comuni dell'umanità, non disponibili per interessi privatistici o speculativi, e messi al riparo dall'egoismo e dall'avidità: • beni comuni naturali: acqua dolce, mari e oceani, foreste, spazio; • accesso di tutti ai medicinali e alle cure sanitarie; • equa distribuzione del sapere, dell'informazione e della tecnologia. Gli “Obiettivi di sviluppo del Millennio” indicati dalle Nazioni Unite, non possono essere accantonati. • Nel nuovo secolo l'umanità deve affrontare la sfida più alta: quella, a popolazione ed economia crescenti, del progressivo esaurimento dei combustibili fossili e del riscaldamento del pianeta. Una tale sfida comporta radicali cambiamenti nella economia e nella società, ed un inedito salto tecnologico verso sistemi di risparmio energetico e verso nuove fonti rinnovabili e non inquinanti. Il tempo stringe e l'impresa richiede una organizzazione su larga scala dell'istruzione, della scienza, del modo di produrre, ed un gigantesco piano di investimenti. L'ecologia diventa parte essenziale di un socialismo moderno e dello stesso governo razionale del mondo. 6) Scienza e conoscenza sono gli strumenti più formidabili che ha a disposizione l'umanità. Per il piacere della scoperta senza la quale non ci sarebbe storia umana, e per i benefici che porta con sé. In tutto il mondo c'è una esplosione degli investimenti in formazione e ricerca. È vero che quando la scienza produce tecnologia che sale verso le alte energie e scende nei meccanismi della vita, si pone la questione dei limiti e delle regole. Ma la libertà della scienza, conquistata faticosamente agli albori della modernità, è un valore irrinunciabile. 7) Il pluralismo delle scelte etiche – individuali e comunitarie – è il cuore della libertà. Il principio della laicità dello stato, perciò, non è negoziabile: esso è la condizione primaria del pluralismo delle scelte, comprese quelle religiose. Sugli stili di vita dei cittadini e sull'autonomia di scelta delle persone non possono gravare obblighi di stato. Sessualità, procreazione, relazioni familiari si confrontano liberamente in una società ospitale per tutti. • Le forze socialiste rappresentano il lavoro su scala globale. Il diritto al lavoro costituisce la base stessa dei diritti umani. L'obiettivo storico di una occupazione buona, piena e stabile per tutti non è tramontato. In Occidente i caratteri del lavoro sono profondamente cambiati. Siamo di fronte ad una moltitudine di lavori, più flessibili. Ma l'esistenza di un esercito industriale di riserva (lavoro nero, lavoro precario, lavoro degli immigrati sotto pagati), il crescente divario di potere tra l'impresa e il lavoratore, il crescente divario di reddito tra management e lavoro dipendente, non dipendono dalla tecnica. Essenziale è garantire una forte rappresentanza sindacale e una forte rappresentanza politica dei lavoratori di ogni livello. Il corporativismo soffoca le energie della società. Le forze socialiste affermano l'universalità dello stato sociale, nella sanità, nell'istruzione, nella previdenza, nella assistenza. L'evidente necessità di un “nuovo welfare”, più rivolto alla persona, più efficiente e fiscalmente sostenibile, non comporta lo “stato minimo”. E se l'azione diretta dello stato può essere in molti casi sussidiata dal settore privato, dal volontariato e da no-profit, i compiti fondamentali restano non delegabili. Nell'economia sociale di mercato l'impresa, che ha un ruolo essenziale, deve formarsi alla cultura della sua responsabilità sociale. • Democrazia senza forti partiti politici, portatori di valori, idee, memoria, coscienza, non si dà. Non si dà una stabile funzione nazionale di partiti politici che non siano portatori di una etica. L'etica pubblica è il principale valore immateriale su cui si reggono le nazioni. Dell'etica pubblica gli elementi fondamentali sono il rifiuto di ogni commistione tra affari e politica e il comportamento rigoroso nell'uso del pubblico denaro. Un partito moderno deve fondarsi su una pratica politica di tipo nuovo, caratterizzata dal ruolo attivo degli iscritti, dalla partecipazione democratica, da regole certe e trasparenti, da un pluralismo riconosciuto come ricchezza e non come disvalore. Se i partiti divorziano dall'etica diventano macchine elettorali di potere, che finiscono per rappresentare lo stesso ceto politico che selezionano nelle istituzioni locali e nazionali. Bisogna spezzare questo circolo vizioso, ripristinando il primato dei rappresentati, riducendo i costi della politica, valorizzando il volontariato e l'impegno generoso e gratuito, la bellezza della partecipazione democratica e dell'impegno civile e sociale. IN ITALIA, UNA GRANDE E UNITARIA FORZA, DI SINISTRA E DI ISPIRAZIONE SOCIALISTA • L'Italia si governa con una alleanza democratica larga. L'Ulivo ha fatto crescere questa idea, l'Unione l'ha realizzata. È stata battuta finalmente la destra populistico-plebiscitaria costituitasi attorno a Berlusconi. Ora il successo del Governo di Centrosinistra, presieduto da Romano Prodi, è fondamentale, per evitare una regressione della vita nazionale che può spingersi anche ad una crisi di regime democratico, e per aprire la prospettiva di un profondo rinnovamento della vita civile, democratica e sociale del Paese. A questo impegno ci sentiamo assolutamente vincolati. 11) L'Italia, per oggi e per domani, ha bisogno di una forte, autonoma sinistra di ispirazione socialista, parte del socialismo europeo, aperta ai movimenti e alle culture critiche che si sono formate fuori dal campo socialista tradizionale. È questa la condizione per rispondere positivamente alle nuove contraddizioni e ai problemi del nostro tempo e del nostro Paese. L'ipotesi di una “sinistra di centro”, che pure ha attraversato alcune forze del socialismo europeo, appare sempre più inadeguata ed è in discussione negli stessi paesi che l'avevano sostenuta. La proposta del partito democratico si presenta non solo come sviluppo di quella ipotesi ma va oltre. Un partito che, già nel nome e nel simbolo, perde i riferimenti alla sinistra e al socialismo. Un partito che non ha corrispondenza in Europa. 12) Ci rivolgiamo a tutta la sinistra italiana , che rappresenta tanta parte della politica, della società, della cultura del nostro Paese. A tutta la sinistra, che condivide oggi responsabilità di governo. Molte delle divisioni del passato non hanno più ragione d'essere. Occorre radicare in Italia, e offrire alle nuove generazioni una grande forza di sinistra, capace di affrontare la sfida del governo, collegata ad altre grandi forze del socialismo democratico dell'Europa e del mondo. Si può aprire un processo nuovo.

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