Costruire una nuovo modo di fare politica è il nostro sforzo.
Non è facile, non lo è per chi - come noi- è cresciuto e vissuto fino ad oggi nel vecchio. Per questo abbiamo bisogno dell'aiuto di chi ,oggi ,ha a cuore l'ideale della sinistra.
Abbiamo bisogno di quegli uomini e donne, di quegli studenti o lavoratori, di quei giovani o adulti o anziani che per la loro storia, la loro vita, il loro presente e il loro passato pensano ad un nuovo futuro.
Ambizioso?
Sì, ma senza un ideale gratuito e appassionato all'orizzonte che senso avrebbe impegnarsi...

sd.passirano@alice.it



lunedì 13 agosto 2007

Marzo 2007: congresso di sezione dei Ds ... inizia un percorso nuovo

Cari compagni, care compagne,

possiamo dire di essere ad una svolta nella vita politica dei Democratici di Sinistra, ci avviciniamo alla possibile fine di questo partito per far posto al partito Democratico che sembra essere moderno nei contenuti e nelle forma aggregative. Ci dicono che il paese ha bisogno di una forza nuova, e ci propongono la fusione di due partiti in uno.
Più che forza nuova, direi che siamo davanti al grottesco tentativo di giocarsi l’ultima carta di fronte ad un Italia che, diciamocela chiara, non ha mai veramente tradito o negato la cultura politica del centro destra. Pensavamo di stravincere le elezioni del 2006 , dopo lo scempio del governo Berlusconi, e invece siamo rimasti sul filo del rasoio.
Certo: siamo al governo, ma il vero vincitore culturale e politico rimane colui che ha saputo governare l’Italia facendo credere agli italiani che avrebbe dato loro ricchezza.
Di fronte a ciò, il centro sinistra (Ds e Margherità)risponde non consolidando e rafforzando l’identità politica dei partiti che lo compongono, non rafforzando l’azione di governo , fragile e lunatica come abbiamo potuto riscontrare in queste settimane,; no, si perde tempo ed energie a portare avanti un progetto politico che non mette d’accordo nemmeno i vertici dei partiti.

Ci hanno imposto il dibattito su questo fantomatico partito democratico, quel partito in cui Ds e Margherita scioglieranno la loro identità per poter così sperare di poter vincere le future competizioni elettorali.
Personalmente ritengo che l’identità storica, culturale, sociale di partiti come questi sia la pietra fondante del centro sinistra, credo sia un insulto pensare di poter tenere il socialismo come ricordo, come fossile perché ormai, si dice, i tempi sono cambiati. Ma, al di là dei miei pensieri, mi chiedo: davvero oggi la società vuole questo, un grande partito che sta con un piede al centro e uno a sinistra (moderata naturalmente)? Davvero chi avrà 20 anni nel 2010 (come dice fassino nella sua mozione) vuole e vorrà questo? Un partito enorme , fatto di identità talmente diverse da essere a volte in opposizione, un partito che ripete in maniera ipnotica di essere moderno e riformista, di essere vicino a tutti, di essere aperto , ma un partito che, alla fine, non ha storia perché è nato nel 2007 non per grandi idealità , ma solo per paura, la paura di perdere le elezioni, di perdere potere ma, alla fine, possiamo dire la paura di Berlusconi.
No, cari compagni, non credo che né oggi né in questo fantomatico 2010 il Partito Democratico sarà una soluzione, sarà la risposta ad una società che più che parole e frasi generiche chiede scelte, decisione motivate, giustificate alla luce di grandi idealità di cui oggi, troppo stesso, si ha vergogna di parlare. Guardiamoci attorno, guardiamo questi giovani, questi ragazzi: quanti fanno parte del nostro partito? Pochi, nessuno. Ma tanti partecipano alle marce della pace, alle campagne ambientaliste, alle grandi manifestazioni in difesa dei lavoratori o della scuola. Non entrano nel partito ma fanno politica perseguendo valori che hanno un nome: ambiente, solidarietà , pace, giustizia. Hanno bisogno di certezze, di identità, hanno bisogno di riconoscersi in un qualcosa di determinato e stabile, non in un partito che sarà fatto di correnti che si litigheranno i posti di potere.
Se il nostro partito ha perso l’aggancio con la generazione dei giovani non è perché è socialista ma perché , soprattutto negli ultimi anni, non ha più saputo né voluto portare avanti in modo convincente la sua stessa identità. Ed allora, la soluzione non è scioglierla in un nuovo partito, ma riguadagnarla unendo le forze socialiste in Italia ed unendosi a quelle europee.
Il socialismo oggi non può che far bene all’Italia, non può che far bene ad una società frammentata come la nostra, questo nuovo socialismo che dobbiamo riprenderci parlerà di giustizia, di laicità, di sobrietà.
Questo socialismo parlerà di uno sviluppo da correggere perché possa essere sviluppo di tutti e non di pochi;
parlerà di un liberismo economico che non regge più, che affama e distrugge popoli
parlerà di lavoro, della stabilità del lavoro per garantire a tutti la stabilità della vita;
parlerà di pace rivedendo una politica internazionale troppo spesso schiava degli Stati Uniti;
parlerà di ambiente dando ad esso priorità di fronte al mero sviluppo economico;
e parlerà di libertà permettendo a tutti di parlare ma garantendo di essere sempre “di nessuna chiesa” , come dice Giulio Giorello
.

Cari compagni, direte che è utopia : io vi dico che ci credo e vi dico che se ciò non sarà almeno io potrò dire di non aver sciolto la mia identità socialista per paura di perdere il potere. Piuttosto io chiedo a coloro che oggi voteranno per il partito democratico: siete sicuri che la scommessa che fate porterà i risultati che tanto declama il segretario Fassino? Siete sicuri che lasciare il socialismo come ricordo porterà consensi?

Ognuno di noi oggi si prende il suo piccolo pezzo di responsabilità e di libertà. Un libertà che il voto segreto valorizza e rende concreta così come voluto da Mussi.

Oggi non votiamo per l’Ulivo, coalizione di grande valore che permette a storie politiche diverse di lavorare insieme; oggi votiamo per decidere se quelle storie ,diverse e importanti, devono andare avanti pur vicine o devono sciogliersi e fondersi in un qualcosa che, forse, non si conosce ancora.

IO scelgo di continuare a credere nel socialismo, plaudo convintamene alla mozione di Fabio Mussi per i toni appassionati, per la chiarezza delle idee, per l’incisività dei contenuti moderni e coraggiosi che condivido senza remore.
Al contrario, sento di dover manifestare la mia delusione per le parole generiche, timorose, a volte talmente retoriche da poter valere per tutti (destra e sinistra) della mozione di Piero Fassino.
Cari compagni, misuriamo il nostro voto sui contenuti veri di queste mozioni, non sulla promessa dei fantomatici consenso elettorali che il Pd avrà nel futuro.
Il contenuti oggi lì leggiamo e conosciamo, il futuro no.

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